Smog: Italia nuovamente ammonita dall'UE
L’Italia ha 2 mesi di tempo per emanare provvedimenti, altrimenti ci attende una multa da oltre un miliardo di euro
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Nuova tirata d'orecchie per l'Italia da parte della Commissione europea che ha richiamato per l'ultima volta il nostro Paese per le continue e persistenti violazione dei limiti per il biossido d'azoto (NO2). Il Bel Paese non riesce infatti a contrastare l'inquinamento legato soprattutto al traffico veicolare con particolar riguardo alle polveri ultrasottili (PM2.5) e Ozono. Secondo il rapporto dell'Agenzia europea per l'ambiente nel 2015 sono state circa 66.630 le vittime del particolato fine, 21.040 quelle per l'NO2 e 3.380 quelle per l'O3.
Ricordiamo che la legislazione europea sulla qualità dell'aria ambiente (direttiva 2008/50/CE) stabilisce precisi tetti per gli inquinanti atmosferici, biossido d'azoto compreso. In caso di superamento gli Stati membri sono tenuti ad adottare e attuare piani per la qualità dell'aria per risolvere il problema nel più breve tempo possibile. Nonostante quest'obbligo, dodici zone italiane, tra cui Roma, Milano e Torino, continuano a registrare valori oltre il limite. L'UE ha cosi stabilito che se gli Stati membri non interverranno entro due mesi la Commissione potrà decidere di deferire la questione alla Corte di giustizia dell'UE.
La risposta a tale ammonimento arriva dal ministro dell'Ambiente Galletti: "Dalle misure previste nel protocollo per la qualità dell'aria di fine 2015 sono stati fatti notevoli passi in avanti per mettere in condizione le Regioni, che sono responsabili degli interventi, di operare con la massima rapidità: abbiamo reso disponibili 11 milioni per quei comuni che hanno attuato nei periodi di maggiore concentrazione di smog una serie di misure anti-inquinamento, così come sono in fase di valutazione i progetti presentati sul bando da 35 milioni per la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro".