Meteo. Inverni in Europa, come e perché è cambiata la circolazione, approfondiamo
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Nel corso del nuovo millennio gli inverni hanno avuto spesso una forte impronta anticiclonica in Europa, specie in avvio di stagione con un anticiclone addossato all'Europa; il clima è divenuto anche relativamente più secco. Il trend delle anomalie della NOAA mostra il riscaldamento invernale in Europa con una crescita delle anomalie di +0.15°C per decade.
Tuttavia tale riscaldamento è inferiore a quello estivo
In avvio di primavera la pressione è diminuita soprattutto sull'area mediterranea quando aumenta la piovosità.
Questo lascia intendere come la stagione invernale abbia subito uno spostamento temporale in avanti di oltre un mese. Questo può essere giustificato dall'andamento del vortice polare che inizia molto forte in settembre, si indebolisce in ottobre in concomitanza delle fasi di maltempo e poi si intensifica tra novembre e dicembre quando avviene la sincronizzazione tra il vortice stratosferico e troposferico.
La circolazione euro atlantica si è mostrata spesso più zonale durante gli anni 2010 con un vortice d'Islanda più intenso ed una corrente a getto spostata verso nord. Questo è messo in relazione ad un accumulo di calore sul Pacifico che si è spostato verso la West Coast (Northeast Pacific Mode positivo) alimentando un robusto quanto ostico anticiclone. L'aria fredda verso gli USA orientali si è poi inoltrata in Atlantico incentivando un regime da NAO positiva.
L'East Atlantic Index è una conferma più netta di una modifica della circolazione che ha interessato l'Europa meridionale nell'ultimo trentennio. La predominanza del segno positivo sta a significare un clima più caldo della media
Rotture d'onda cambiate? E' interessante notare un comportamento diverso nelle rotture d'onda che interessano il settore euro atlantico. Spesso registriamo un aumento della frequenza di quelle cicloniche rispetto a quelle anticicloniche, quest'ultime più efficaci nelle discese di masse d'aria fredda verso il bacino del Mediterraneo. Questa variazione può essere messa in relazione a vortici ciclonici che si approfondiscono molto rapidamente in Atlantico generando un taglio della radice del promontorio anticiclonico. Questo aspetto andrebbe approfondito.
Durante diverse annate la stratosfera si è raffreddata notevolmente tra novembre e febbraio condizionando la circolazione delle medie latitudini. Questo accoppiamento 'stratosfera-troposfera', al netto di una variabilità annuale, ha mostrato la sua maggior espressione nel mese di dicembre, intensificando così le anomalie dovute a cause troposferiche.
Alcuni studi dimostrano che i cambiamenti indotti dai gas serra nel gradiente di temperatura meridionale nella bassa stratosfera potrebbero essere responsabili della tendenza al rialzo dell'indice NAO. Questo tipo di circolazione giustifica le discese fredde avvenute sull'Europa orientale fino a coinvolgere il meridione d'Italia ma lasciando spesso a guardare il Nord Italia. Secondo la teoria di Baldwin e Dunkerton tale situazione prosegue mediamente per 40-60 giorni. Il vortice polare si indebolisce nel finale di stagione e l'inizio della primavera.