8 novembre 2023
ore 15:38
di Manuel Mazzoleni
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 Per tutti
La Nebulosa Testa di Cavallo vista da Euclid - ESA
La Nebulosa Testa di Cavallo vista da Euclid - ESA

Perché il telescopio Euclid, che di recente ci ha mostrato i suoi primi meravigliosi scatti, è da tutti considerato rivoluzionario, apripista di una nuova era per la cosmologia? Perché le sue immagini sono così tanto importanti? Non si diceva lo stesso anche per altri telescopi spaziali come Hubble prima e poi con James Webb poi? Partiamo subito da quest'ultimo quesito. A differenza di quest'ultimi telescopi, che mirano perlopiù a "esplorare" il cosmo, Euclid ha un obbiettivo decisamente più grande che va oltre la bellezza di scatti ultra-definiti. Ognuno di essi, infatti, sarà fondamentale per capire cosa sono materia ed energia oscura, che ruolo hanno nell'Universo e come queste agiscono.

EUCLID - Per vincere questa sfida l'ESA, in collaborazione con numerosi altri centri di ricerca e agenzie, ha costruito il più preciso telescopio spaziale che l'umanità abbia mai avuto. Ecco alcune delle sue caratteristiche: in primis è dotato di una fotocamera da 600 megapixel, uno spettrometro nel vicino infrarosso e un fotometro, che gli permettono di misurare con precisione elevata l'accelerazione dell'universo, fornendo preziose informazioni sulla natura dell'energia oscura. E' altresì dotato di un sistema d'assetto fine di ultima generazione, che gli consente un puntamento ultra preciso, mentre i due strumenti sopracitati sono altamente sensibili e con una risoluzione spaziale ottimale da poter ottenere immagini dettagliatissime. Utilizza anche misurazioni spettroscopiche per determinare gli spostamenti verso il rosso delle galassie, al fine di avere una distribuzione tridimensionale delle galassie e osservarne l'evoluzione nel tempo. Questo consentirà così una mappatura 3D di miliardi di galassie, ampliando significativamente la nostra conoscenza del cosmo. Studiando le forme delle galassie a diverse distanze dalla Terra, Euclid permetterà di capire la distribuzione della materia oscura nell'universo.

WEBB - Se Euclid si candida a essere rivoluzionario nei prossimi anni il telescopio spaziale Webb, successore di Hubble, a modo suo sta già rivoluzionando la nostra comprensione dell'universo primordiale. Grazie a lui ora siamo in grado di avere maggiori informazioni, ad esempio, degli esopianeti e della formazione di stelle e galassie. JWST ha uno specchio primario segmentato di 6,5 metri, che gli consente di raccogliere una quantità di luce da oggetti celesti distanti mai raccolta prima da qualsiasi altro telescopio. Dotato di strumenti all'avanguardia come la Near Infrared Camera (NIRCam), il Near Infrared Spectrograph (NIRSpec) e il Mid-Infrared Instrument (MIRI), JWST opera perlopiù nello spettro infrarosso, permettendogli di oltrepassare la polvere cosmica e osservare la formazione di stelle, galassie e sistemi planetari. Studiando le sorgenti di luce più remote JWST fornisce e fornirà sempre più informazioni sulle origini dell'universo. Indagherà anche sulle atmosfere degli esopianeti, alla ricerca di potenziali segni di abitabilità e della presenza di molecole chiave come l'acqua e l'anidride carbonica.

Due telescopi quindi unici nel loro genere, destinati entrambi a fare la storia seppur con obbiettivi e funzioni differenti. Le due missioni, tuttavia, si completano a vicenda e le informazioni che entrambi ci forniranno saranno di vitale importanza per avere una comprensione più completa del nostro universo. Se da un lato JWST ci permetterà di capire meglio l'origine degli oggetti celesti e se ci sono zone ospitali alla vita al di fuori della Terra, dall'altro Euclid ci permetterà di capire come evolve il nostro Universo e le sue forze fondamentali. Se Webb ha la capacità di osservare molto più "lontano" o indietro nel tempo, Euclid va decisamente più veloce e con un "occhio" molto più ampio (per un suo singolo scatto servono almeno 100 scatti di Webb).

I pilastri della Creazione. Credit: NASA, ESA, CSA, STScI; Joseph DePasquale (STScI), Anton M. Koekemoer (STScI), Alyssa Pagan (STScI)
I pilastri della Creazione. Credit: NASA, ESA, CSA, STScI; Joseph DePasquale (STScI), Anton M. Koekemoer (STScI), Alyssa Pagan (STScI)

L'obbiettivo degli scienziati è ora quello di far lavorare insieme questi due rivoluzionari. Dalla grande visione di Euclid ( in grado in primi di scattare più rapidamente e su una porzione molto più ampi di cosmo) si potranno estrapolare dettagli che a loro volta potranno essere approfonditi da Webb permettendo così di avere una visione sempre più completa del cosmo. Solo il tempo e il duro lavoro degli scienziati ci dirà se questo sarà possibile e dove ci porterà. Una storia ancora tutta da scrivere che ci permetterà di far luce su pianeti, galassie, stelle e teorie ad oggi ancora oscure.


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