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9 marzo 2024
ore 10:55
di Francesco Nucera
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2 minuti, 53 secondi
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anche il 2024 è iniziato con caldo record
anche il 2024 è iniziato con caldo record


Il trend di fondo del riscaldamento globale antropico si sovrappone alla variabilità interna per far si che il clima proceda verso territori inesplorati anche nel 2024, dopo un 2023 da record. Con febbraio sono nove i mesi di 'caldo' record a livello globale con gli oceani che sono da piu di un anno con temperature giornaliere consecutive da primato.

Cosa sia accaduto nel 2023 per questa improvvisa accelerazione delle temperature globali e per il primato degli oceani la scienza se lo chiede

L'incremento a lungo termine dei gas serra è il principale motore di quanto osserviamo. Nel 2023 Il biossido di carbonio e il metano hanno raggiunto livelli record, rispettivamente a 419 ppm e 1902 ppb. Le concentrazioni di biossido di carbonio nel 2023 erano 2.4 ppm più alte rispetto al 2022, mentre le concentrazioni di metano sono aumentate di 11 ppb. Ma c'è anche del calore aggiuntivo che fa parte della variabilità interna. Infatti se le attività umane fossero l'unico fattore, ogni anno successivo ci sarebbe un nuovo record come anno più caldo di sempre, ma questo non avviene.

Di anno in anno la temperatura globale può infatti variare attraverso dei fenomeni che si compiono naturalmente. Questi processi, che fanno parte della variabilità naturale, si manifestano su tempi brevi. La variabilità interna può temporaneamente amplificare oppure attenuare l'effetto del cambiamento climatico legato alle attività umane. 

Temperature globali, andamento, fonte l Copernicus Climate Change Service
Temperature globali, andamento, fonte l Copernicus Climate Change Service

Nel 2023 e' entrato El Nino durante il corso della primavera. Si ritiene che non sia stato tanto El Nino (che invece ha la sua maggiore influenza nel 2024 ) quanto il rapido e raro passaggio da 3 anni de La Nina verso El Nino ad aver contribuito al salto di temperatura con un rilascio di calore dagli oceani extratropicali verso l'atmosfera( ne hanno accumulato per 3 anni calore, in particolare nell'Oceano Pacifico occidentale e in quello Nord Orientale.). La particolare e insolita combinazione Enso ha poi forzato la circolazione generando delle situazioni di blocco. I tre anni de La Nina hanno poi contenuto i 'danni termici' del galoppante riscaldamento globale.

Altra possibile causa di contributo: gli aerosol. Gli aerosol sono piccole particelle presenti nell'aria, come fumo, polvere, gas vulcanici, inquinamento atmosferico, sabbia desertica, che possono influenzare il clima. Le particelle in sospensione possono riflettere la luce solare, causando un lieve raffreddamento dell'aria, oppure assorbire la luce solare, causando un riscaldamento. Ad esempio il calo dei solfuri di zolfo dalle navi, secondo una recente normativa, ha dato origine ad una spinta effettiva al riscaldamento. Dato il forte impatto di raffreddamento dell'SO2, una riduzione del 10% delle emissioni di SO2 si traduce in un ulteriore riscaldamento globale. Gli impatti però sarebbero maggiori su scale regionali che globali. Dell'ancor più dibattuto vulcano Tonga il riscaldamento sembra molto minore e inferiore all'Enso.  Il riscaldamento provocato dall'aumento del vapore acqueo nella stratosfera è stato compensato dal raffreddamento causato dagli aerosol di solfato vulcanico che hanno portato ad un leggero raffreddamento più in basso nell'atmosfera.

Ci vorrà del tempo prima che questo calore aggiuntivo possa smaltirsi, El Nino seppur in indebolimento continuerà ad avere un ruolo nei prossimi mesi  e probabilmente queste anomalie persisteranno fino a quando non entrerà La Nina durante il corso dell'estate. E a questo punto bisognerà vedere in quale step climatico ci ritroveremo.


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